Le chiese

LE CHIESE DI VAGLIA

 

PIEVE DI SAN PIETRO A VAGLIA
Un documento del 983, stilato dall' imperatore Ottone II, in cui viene conferito un territorio tra la Pieve di San Pietro e Ualia indica che la Pieve non solo era già costruita, me era un punto di riferimento della zona.
Questa pieve originaria assolveva, come tutte le altre, non solo funzioni religiose ma anche quella di un luogo di rifugio per i pellegrini e gli esuli e un punto di aggregazione sociale.
E' infatti proprio intorno a queste a queste pievi che sorgono i primi agglomerati urbani che portarono alle vere e proprie comunità delle diverse frazioni del Comune di Vaglia.
La struttura originaria della Pieve di S. Pietro doveva essere molto diversa dall'attuale, più semplice, ma nello stesso tempo anche più ampia , proprio perchè la sua funzione non era solo quella di tipo religioso, bensì anche di accoglienza. Pieve di San Pietro a Vaglia
Sino al settecento vennero eseguiti a più riprese lavori che portarono alla semplice e armoniosa forma attuale. Alla Pieve di S. Pietro è correlata anche la vicenda storica di un grande vagliese, il pittore Angelo Nardi detto da Razzo (1584-1660). Il Nardi Nacque a Vaglia ma si trasferì in Spagna dove operò alla corte di Filippo IV. Molte delle sue opere sono esposte in diversi musei spagnoli. Dalla Spagna Angelo Nardi mandò alla Pieve di S. Pietro un enorme cassone di legno, ricolmo di oggetti, dei quali è conservato un prezioso reliquiario spagnolo del ‘600, mentre la maggior parte degli altri doni sono andati dispersi nel corso degli anni.
La chiesa raccoglie anche altre importanti lavori: una bellissima croce processionale del ‘600 con i Misteri del Rosario, opera di Domenico Pugliani, una serie di dipinti raffiguranti alcuni Santi e un Cristo benedicente, realizzati da Domenico Pugliani e Lorenzo Lippi e una Madonna del rosario di pietro Confortini. Anche i due grandi dell'arte pittorica prerinascimentale, Giambologna e Della Robbia hanno lasciato un segno nella Pieve di S. Pietro a Vaglia. Al primo si attribuisce un crocefisso in legno e del secondo sono rimasti solo alcuni festoni e una testa d'angelo posti al Fonte Battesimale.


PIEVE SAN CRESCI A MACIOLI
Le testimonianze più antiche di questa Pieve risalgono al 926: essa è sorta su un luogo che segnava il confine tra l'esarcato di Ravenna e l'Impero d'Occidente (VI - VIII secolo).
Il campanile romanico venne edificato nel 1279 e la Pieve venne completamente restaurata nel 1448 dalla famiglia dei Neroni, al tempo del Pievano Antonio Mainardi, detto Arlotto, eletto nel 1426 dal Papa Martino V e noto per le sue facezie raccolte in un libro e rappresentate teatralmente ancora oggi come esempio di teatro popolare.
L'interno della chiesa, a tre navate coperte a cavalletti, divise da sette colonne scannellate, è arricchito da una ringhiera in ferro battuto del XIV secolo, opera del senese Battista de' Franci, da un organo antico e da un fonte battesimale del XV secolo.
Pieve di San Cresci a Macioli


SAN ROMOLO A BIVIGLIANO
La Chiesa, anteriore al mille, è un esempio tipico dell'arte medievale e presenta una facciata preceduta da una loggia a pilastri. L'interno è a una sola navata con coperture a capriate e un abside semicircolare. La canonica e il campanile sono stati costruiti intorno alla metà del XVIII secolo, mentre la torre campanaria è del 1846. Recenti restauri hanno riportato l’edificio alla forma originaria romanica, che era stata modificata nel corso dei secoli. Chiesa di San Romolo a Bivigliano
Nell’abside si trova una pala d'altare di terracotta invetriata, opera di Andrea della Robbia, che raffigura la Vergine con il Bambino e Santi. Presso il Fonte Battesimale è posta una statua lignea di S. Giovanni Battista, opera policroma del XV secolo, attribuita al Michelozzo o alla sua scuola. Nella chiesa si trova anche una tela dipinta da Annigoni, eaffigurante Sant’Antonio da Padova.